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Affissioni: occorre buon senso

A cura di Alessandro Bosi

Abbiamo parlato più volte, negli anni ma soprattutto negli ultimi mesi, dei problemi connessi alle affissioni dei manifesti funebri.Ai nostri soci (ovviamente in regola con le quote associative dell’anno) che si sono rivolti a FENIOF per chiedere delucidazioni in merito ai corretti comportamenti da adottare sia da parte delle imprese funebri che da parte delle istituzioni, riteniamo di avere sempre fornito a riguardo una corretta, puntuale ed esauriente informazione.Abbiamo sempre sostenuto che una normativa compiuta ed applicabile circa la materia ci fosse (e da tempo!) e che fosse dovere delle istituzioni applicarla.La normativa accennata è il D.Lgs.n 507 del 15 novembre 1993 che è intervenuta sulla, oserei dire “delicata”, materia inerente alle affissioni, definendo i comportamenti da adottare circa le affissioni di natura commerciale e quelle non aventi rilevanza economica.

Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo con fermezza (normativa alla mano): i manifesti funebri non hanno rilevanza economica.A sancirlo, con nostra soddisfazione in quanto l’abbiamo sempre sostenuto negli anni, è la L.311 del 30/12/04 (più comunemente nota quale Finanziaria 2005) che ha parzialmente modificato il suddetto D.Lgs. 507/93. La L.311/04 ha chiarito una volta per tutte cinque punti importantissimi, ovvero che:


- per gli annunci mortuari non trova applicazione l’imposta di pubblicità;

- i Comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti devono riservare il 10% degli spazi totali per l’affissione dei manifesti di cui all’Art.20 (tra i quali alla lettera “e” vengono intesi anche gli annunci mortuari);

- l’affissione negli spazi di cui sopra (quelli relativi al 10%) sono esenti dal diritto sulle pubbliche affissioni;

- la tariffa per il servizio delle pubbliche affissioni è ridotta alla metà per gli annunci mortuari (ad esclusione delle persone fisiche che non intendono affiggere manifesti negli spazi riservati dalle amministrazioni comunali per tale funzione);

- l’affissione in proprio negli spazi riservati (sempre quelli riferiti al 10%) è esente dal diritto sulle pubbliche affissioni e per tale affissione il Comune non fornisce personale.

Evidentemente, quanto disposto dal D.Lgs.507/93 non era sufficientemente chiaro (anche se per noi era evidente!), se lo Stato ha ritenuto di dover ribadire con la Finanziaria 2005 che i Comuni con più di 3000 abitanti dovessero stabilire degli spazi per le affissioni non commerciali esercitate autonomamente dai cittadini.

Comunque, polemica a parte, ciò che conta è che qualche comune, sull’onda del sollecito avanzato dalla L.311/04, ha già definito questi spazi ottemperando al dettame di legge.

Purtroppo, come si dice, “fatta la legge…trovato l’inganno”!

Alcuni comuni che hanno definito gli spazi liberi dal servizio di pubbliche affissioni hanno pensato bene di indicare le superfici del 10% in zone site sì sul territorio comunale, ma in aree non di comune passaggio come quelle periferiche e non centrali.

E’ evidente che, per esempio, dieci manifesti a lutto affiancati in una unica zona del comune o anche singolarmente ma in aree non molto frequentate, non sono garanzia di capillare informazione alla cittadinanza.

A questi comuni abbiamo scritto suggerendo, nella fase di definizione di tali spazi, di applicare un criterio di proporzionalità, ovvero definendo un 10% di spazi da destinarsi all’affissione di manifesti funebri esenti dal diritto sulle affissioni per ogni zona del Comune ove sono presenti anche gli spazi destinati alle affissioni da parte del servizio comunale di pubbliche affissioni.

Solo in tale maniera, come FENIOF, riteniamo venga centrato l’intento della legge volto a garantire un rapporto equo in termini di visibilità tra il servizio svolto dal comune (o dalle relative società appaltatrici del servizio di affissioni) e quello svolto autonomamente dai privati.

Non si tratta di una proposta astrusa e non è necessario attendere una ulteriore specifica normativa in merito per applicare quanto proponiamo.

Basterebbe usare il buon senso.