Lo scrivente
"Cannone Mario" titolare (da più di trent'anni) di Impresa
Funebre nel comune di Orta Nova (FG) Vi espone quanto segue:
Spero ricordiate le mie battaglie contro il Monopolio (che la Vs. Federazione
ha sempre difeso), ed ancora oggi, mi trovo a combattere l'oligopolio.
Difatti, nell'anno duemila, dopo aver vinto al TAR e al Consiglio
di Stato, il ricorso per l'uscita di una seconda licenza di Articoli
Funebri nel mio comune con mortalità di circa 80 decessi l'anno,
è successo di tutto. Hanno ottenuto la medesima autorizzazione altre
due agenzie, di cui uno è titolare di Servizio Ambulanza, quindi
stazionando fisso davanti agli ospedali, recupera malati-cadaveri,
con mezzi non legali (come ben è a conoscenza di tutti). L'altra
ditta, invece, per assicurarsi i servizi, gironzola dietro al 118
e per le abitazioni dei malati, contrattando gli eventuali servizi
funebri. Siccome l'investimento per una agenzia (tra carri lemousine,
addobbi, casse, furgoni, locali, ecc..) è di svariati mila euro,
per mantenere la propria attività occorre lavorare in tutte le maniere
possibili ed immaginarie. In definitiva nel mio comune, con circa
80 decessi l'anno, esistono tre agenzie, potete immaginare a come
si è ridotto il servizio funebre. Ho fatto ricorso a tutti gli organi
di competenza, tra cui Antitrust, e quest'ultimo ha risposto (in
definitiva) che anche se un possessore di ambulanza, trasporta cadaveri
per assicurarsi il servizio funebre, non compie concorrenza sleale
(anche se esistono dichiarazioni di famigliari).
A questo punto lo scrivente, sfiduciato dalle leggi italiane, ha deciso,
e consiglia Voi di portare a conoscenza tutti degli impresari, di
munirsi di autorizzazione del servizio Ambulanza e fare lo sciacallo
come questi ultimi arrivati.
Per combattere questo fenomeno, che tutti noi, impresari veri e seri,
ci uniamo e con l'aiuto vero della Federazione si può sconfiggere
questa illegalità. Oggi è toccato a me, ma sicuramente domani toccherà
a qualcun'altro.
Spero che questo messaggio sia preso in considerazione e che si pubblichi.
Maio Cannone - Ortanova
Recepiamo
il Suo dissenso circa quanto sta accadendo presso il Suo comune
e non possiamo che concordare con Lei su molti principi espressici,
ma senza le risultanze dell’Antitrust da Lei citate e senza, soprattutto,
il testo del ricorso presentato, difficile per noi dare giudizi
giuridici in merito.
Ad
alcuni suoi giudizi da lei espressi, però, dobbiamo necessariamente
rispondere.
Innanzi
tutto se c’è una Federazione che ha lottato contro monopoli, soprattutto
pubblici, ma anche privati, questa e la FENIOF, e ciò diciamo coi
risultati ottenuti e con documenti alla mano, a cominciare, dalla
decisione dell’Antitrust per la quale sono state considerate illegittime
le privative dei trasporti funebri.
Non
è vero che, nel caso di Ortanova (1972?) noi difendessimo un monopolio,
rappresentato dall’unica ditta che operava in quella città, contro
un nuovo venuto (la ditta Cannone, quella che allora era di Suo
padre). Noi, come sempre fatto, andavamo contro la polverizzazione
del settore, ovvero all’eccessivo numero di imprese operanti su
di un unico territorio, che comportava obbligatoriamente comportamenti
al limite della legalità, non per lucrare come pensa l’opinione
pubblica, sul morto, ma per poter sopravvivere aziendalmente.
Difendevamo,
in definitiva, un principio e non un’impresa!
Il
bello (si fa per dire!) è che il problema di allora, che vedeva
la ditta Cannone rifiutarsi dal TAR una licenza e quindi non poter
operare, si è ribaltato oggi, per cui è la stessa ditta Cannone,
che era contro il monopolio, cioè contro la libertà di operare,
a voler impedire ad altri di entrare nel mercato.
Forse
era giusto prima e, forse, è giusto adesso.
Per
le ambulanze siamo completamente d’accordo con Lei. Siamo da sempre
convinti, infatti, che fra impresa funebre e servizio di ambulanze
(come per ogni altro servizio ospedaliero) via sia una discrepanza
morale, giuridica e commerciale inconciliabile.
Vede,
caro Cannone, non è che la FENIOF nulla abbia fatto al riguardo,
tutt’altro e andando con la memoria (caso di Crema, 1975) ottenne,
appoggiando ditte locali, che il Giudice riconoscesse l’incompatibilità
dell’ambulanza con l’autofunebre. Cito questo caso, per documentare
come già trent’anni fa il problema esistesse e come la Federazione
abbia agito fin dall’inizio per provvedervi.
Ma
gli interventi più vicini contro l’attività delle imprese funebri
nei servizi ospedalieri sono ben più recenti e basterà vagliare
i documenti sul sito www.feniof.it,
alle pagine riservate ai soci, per conoscere quanti e quali ospedali,
grazie alle imprese che hanno agito e alla FENIOF che le ha sorrette
in una forma o nell’altra, abbiano determinato risultati positivi.
Sarebbe
ppi opportuno vagliare quanto dicono in merito la proposta di Legge
Sirchia e le leggi Regionali di Lombardia ed Emilia (testi alla
cui formazione ha attivamente collaborato la FENIOF, soprattutto
per quanto riguarda le attività sanitarie), per trovare norme che
potranno senz’altro essere utili alla soluzione del problema prospettatoci.
Sandro Samoggia
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