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            Complice 
              la televisione, la radio ed i giornali, tutto il mondo ha potuto 
              seguire l’agonia di Papa Wojtila e, dopo il suo decesso, la relativa 
              cerimonia funebre. 
            Cordoglio 
              a parte, tutti noi abbiamo appreso informazioni ed immagini del 
              decesso del Pontefice con naturalezza ed ovvietà, abituati a fruire 
              senza problemi di tutti quei servizi e mezzi di comunicazione frutto 
              del nostro tempo. 
            Non 
              è stato sempre così. Fino al 1958, all’epoca di Pio XII, il decesso 
              del Pontefice era un momento sacro che, per rispetto e tradizione, 
              veniva vissuto a porte chiuse, lontano da quella “aggressione mediatica” 
              alla quale abbiamo assistito in occasione della morte di Papa Wojtila. 
             Infatti 
              in quell’anno, le foto dell’agonia di Pio XII furono per la prima 
              volta divulgate all’esterno ad opera del medico del Pontefice (che 
              fu poi successivamente radiato dall’Ordine per tale azione), rivelando 
              al mondo immagini inedite alle quali molte persone non erano assolutamente 
              preparate.  
              
             
             
            Chissà 
              cosa direbbero oggi quelli che nel ’58 gridarono alla ”violenza 
              gratuita sul popolo”, apprendendo che c’è stato anche chi, in occasione 
              dell’ultimo saluto al Pontefice, ha pensato bene di scattare una 
              foto al cadavere del Papa con il proprio telefonino ed inviarla, 
              come un trofeo o una cartolina, agli amici a casa… 
            E’ 
              evidente, i tempi cambiano e quello che ieri era una novità oggi 
              è prassi quotidiana ( anche se, personalmente, ritengo che in certi 
              casi bisognerebbe non perdere di vista il buon gusto). 
            Nonostante 
              questa rivoluzione mediatica, sono tutt’ora vigenti una nutrita 
              serie di adempimenti che la tradizione e le norme Vaticane prevedono. 
            Ritengo 
              che, per mera informazione e curiosità, possa essere interessante 
              riportare i comportamenti che il protocollo prevede. 
            Fase 1 – Il decesso del Papa
            Alla 
              notizia del decesso del Pontefice il cardinale camerlengo deve procedere 
              all’accertamento ufficiale in compresenza del maestro delle celebrazioni 
              liturgiche, del cancelliere della Camera Apostolica (nonché segretario). 
              Il Cancelliere compila dunque il documento di morte. 
              Il cardinale camerlengo a questo punto procede ad apporre i sigilli 
              alla camera ed allo studio del Pontefice e comunica l’avvenuto decesso 
              al vicario di Roma che con una speciale notifica procede alla diffusione 
              della notizia. Le campane di San Pietro suonano rintocchi a martello 
              mentre viene chiuso una metà del portone bronzeo. 
             Dopo 
              di che si procede alla composizione della salma ad opera dei medici 
              vaticani e viene rivestita dei paramenti pontifici. 
            Questi 
              ultimi constano in diversi indumenti ed accessori: 
               -         
               la mitria bianca sul capo; 
             -         
               la “casula”, il mantello di colore rosso che si usa per 
              la S.S.Messa; 
             -         
               il “pallio”, la striscia di lana bianca con croci nere. 
            Così 
              composta, la salma viene poi portata di norma nella Basilica di 
              S.Pietro per una esposizione ai fedeli che si protrae per tre giorni. 
            Nessuno 
              può fotografare il corpo del Papa defunto senza autorizzazione. 
              Qualora il cardinale camerlengo ritenga che l’eventuale fotografia 
              del Papa possa essere intesa quale documentazione, questi può concedere 
              l’autorizzazione. E’ necessario precisare che, qualora la salma 
              non sia ancora vestita degli abiti pontificali, resta impossibile 
              scattare alcun tipo di foto. 
            Nel 
              caso il decesso del Papa avvenga fuori dal Vaticano, di norma il 
              Collegio dei Cardinali dispone che la salma venga trasferita nello 
              Stato del Vaticano. 
             Fase 
              2- Il funerale 
              Le esequie 
              in suffragio del Papa mancato si chiamano “Novendiali” ( da novem 
              dies) in quanto si protraggono per nove giorni e vengono celebrate 
              dai cardinali che si atterranno fedelmente alle norme dell’ Ordo 
              exsequiarum Romani Pontificis e dell’Ordo rituum Conclavis. 
            I 
              funerali solenni avvengono però di norma dopo tre giorni dal decesso. 
              L’incarico di verificare lo stato di conservazione della salma è 
              ad opera dei tecnici dell’istituto di medicina legale dell’Università 
              di Roma. 
            Oggi 
              le tecniche di conservazione dei cadaveri sono diverse da un tempo. 
              Una volta era infatti usanza rimuovere gli organi interni per prolungare 
              l’imbalsamazione e questi ultimi detti “precordi” venivano conservati 
              in speciali anfore che sono ancora depositate nella chiesa dei Santi 
              Anastasio e Vincenzo a Roma. 
            L’usanza 
              dei precordi è venuta meno sotto Pio X che durante il suo pontificato 
              dal 1903 al 1914 abolì questa usanza. 
            Il 
              Funerale papale viene detto “Missa poenitentialis” e viene celebrato 
              in San Pietro alla presenza delle delegazioni di Stato di tutto 
              il pianeta. 
            Per 
              il funerale la salma del Papa viene chiusa in una triplice cassa 
              fatta di cipresso, di piombo e di noce e tumulata nelle grotte vaticane. 
            Se 
              la tumulazione avviene nella Basilica Vaticana, il documento di 
              sepoltura è compilato dal Notaio del Capitolo della medesima Basilica 
              oppure dal Canonico archivista. Dopo questa compilazione, un delegato 
              del Cardinale Camerlengo ed un delegato del Prefetto della Casa 
              Pontificia redigono separatamente i documenti che fanno fede della 
              avvenuta tumulazione. 
            Di 
              norma questo è ciò che accade ma va precisato che il Papa può lasciare 
              disposto che, per quanto concerne il proprio corpo, vengano attuati 
              comportamenti diversi. 
            Ad 
              esempio, non sono pochi i Papi che non hanno voluto essere tumulati 
              nelle grotte vaticane: 
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               Martino I, morto in Crimea e sepolto a Roma; 
             -         
               Adriano II, morto a Modena e sepolto a Nonantola (MO); 
             -         
               Silvestro II, sepolto nella basilica Lateranense di Roma; 
             -         
               Damaso II, tumulato fuori le mura di Roma a S.Lorenzo; 
             -         
               Vittore II, morto ad Arezzo e sepolto a Ravenna a S.Maria 
              Rotonda; 
             -         
               Stefano IX, morto e tumulato a Firenze in S.Lorenzo; 
             -         
               Leone XIII, morto e tumulato a Roma nella Basilica del Laterano. 
            Nei 
              casi in cui la tumulazione dovesse avvenire in un altro luogo stabilito 
              dal Pontefice, il relativo documento autentico sarà compilato dal 
              Notaio del Capitolo della Basilica o Cattedrale designata oppure 
              dal Canonico Archivista. In un momento successivo un delegato del 
              Cardinale Camerlengo e del Prefetto della Casa Pontificia stenderanno 
              i distinti documenti che facciano fede dell’avvenuta tumulazione 
              nel luogo designato. 
            Sia 
              che la sepoltura avvenga in Vaticano o in altro luogo, il protocollo 
              prevede che dopo che quest’ultima sia stata effettuata e fino all’elezione 
              del nuovo Pontefice, l’appartamento papale non possa essere abitato 
              da nessuno. 
             Fase 
              3- Il testamento  
              Qualora 
              il Papa defunto abbia fatto testamento e nominato un esecutore testamentario, 
              questi dovrà eseguire il mandato per quanto concerne i beni privati 
              e gli scritti del defunto Pontefice, nonchè renderne conto unicamente 
              al nuovo Papa. 
            E’ 
              altresì opportuno, ai fini della sepoltura del Papa, verificare 
              se nel testamento di quest’ultimo venga detto alcunché circa il 
              luogo ove il Pontefice ha manifestato desiderio di essere sepolto. 
            L’eventuale 
              scelta del Pontefice di essere sepolto in diversi luoghi rispetto 
              alle Grotte Vaticane, deve essere prontamente comunicata al Collegium 
              Cardinalium in Congregatione generali affinché tale collegio disponga 
              quanto necessario alla desiderata traslazione e sepoltura. 
               
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