Carissimi, lavoro con impegno nel settore funebre
da otto anni, seguendo le orme di mio padre, di mio zio
e di mio nonno in una attività nata negli anni 60.
Noto come stia cambiando il mercato, specialmente quello
dei veicoli funebri; non so da voi, ma qui in Puglia sta
prendendo piede l'usanza di "affittare" (con prezzi
a volte davvero vergognosi) il carro per il servizio funebre,
per cui vediamo nascere come funghi" nuove agenzie.
Altri giovani come me, sicuramente intraprendenti, hanno
la possibilità di aprire una impresa funebre con
qualche cofano, qualche imbottitura ed un pezzetto d'ufficio;
non hanno mezzi propri, non hanno tutte le spese che comporta
un normale parco macchine ed operano in modo spesso discutibile,
togliendo lavoro a noi agenzie "fornite" e facendomi
temere un abbattimento di costi per eliminare la concorrenza.
Un bel problema, per fortuna non mio al momento, che la
mancanza di una regolamentazione precisa nel nostro settore
non aiuta certo a risolvere. Dovremmo metterci in condizioni
di vantaggio rispetto alla nascita di nuove attività,
qualificandoci professionalmente per evitare di "sputtanare"
il settore. Allo stato attuale chiunque, senza particolari
investimenti economici, può essere titolare di una
impresa funebre. Per avere la licenza ad operare dovrebbe
essere obbligatorio almeno avere frequentato un corso di
formazione e possedere un minimo di parco macchine, anche
per non limitare il mercato di queste ultime. Ci scaviamo
da soli la fossa sotto i piedi. Una semplice domanda: cosa
si può fare per evitare tutto questo? Come mi risponderete,
se mi risponderete?.
La
nostra posizione al riguardo dovrebbe essere nota a tutti
da anni. Da quando è intervenuta la cosiddetta liberalizzazione
delle licenze abbiamo assistito ad una prolificazione di
imprese funebri (o di agenzie) su tutto il territorio italiano.
Ciò non ha contribuito a qualificare lofferta
di servizi, ma, al contrario, ad abbassarne la qualità
e i criteri di esecuzione, nonché ad aumentare laggressività
con la quale le nuove imprese tentano di accaparrarseli.
Stiamo di fatto assistendo ad un fenomeno assolutamente
negativo che mal si concilia con gli intendimenti del legislatore
il quale, liberalizzando (come sta accadendo in questi giorni
in altri settori ancora protetti), ha creduto
di avere individuato una strada per creare nuove realtà
imprenditoriali, per calmierare i costi e per stabilire
regole corrette in termini di concorrenza e di mercato.
Nulla di tutto ciò è accaduto. Anzi! Come
da lei esposto con assoluta chiarezza, molte nuove imprese
nate allindomani della liberalizzazione, trovandosi
ad operare in un settore già molto affollato, hanno
spesso adottato comportamenti non corretti volti ad accaparrarsi
una fetta di mercato. I più evidenti fra questi sono
senzaltro quelli evidenziati nei recenti episodi di
cronaca (presenza negli ospedali, tangenti e mazzette per
ottenere informazioni sui decessi,
), così
come le pubblicità di servizi funebri a prezzi impossibili
(si sono visti funerali completi a 650 euro!) che, agli
occhi dei cittadini, fanno apparire esose ed ingiustificate
le richieste delle imprese strutturate presenti sul mercato
da anni. Così, senza fermarsi a riflettere su come
sia possibile esibire simili tariffe, questi avventurieri
del mercato, un po alla volta, si sono accaparrati
la clientela e stanno costantemente arrecando danni irreparabili
a tutto il comparto.
Se
cittadini e istituzioni valutassero compiutamente loperato
di questi soggetti, scoprirebbero facilmente che una impresa
funebre anche minimamente strutturata (sede, uomini e mezzi)
con tali tariffe non riesce neppure a coprire i costi. Figuriamoci
poi ottenere un benché minimo guadagno! È
evidente che essi operano senza personale regolare, talvolta
senza neanche una sede, ma solo con un cellulare, riuscendo
ad accaparrarsi i servizi con sistemi discutibili che affossano
la credibilità di tutta la categoria.
Feniof
si adopera da anni per trovare soluzioni a questa dilagante
problematica. Non per contrastare la nascita di nuove imprese,
sia ben chiaro, perché se una impresa funebre intende
porsi sul mercato nel rispetto delle regole (ovvero con
sede, mezzi e personale regolare) e dunque assumendosi anche
i relativi rischi dimpresa, non cè alcun
problema! Il problema sono i soggetti che nascono senza
la volontà di crescere, senza credere nellattività,
operando con stratagemmi e con mezzucci, senza rispettare
regole e norme operative e fiscali, che turbano la libera
concorrenza, il mercato e i diritti dei dolenti.
Cosa
si può fare per evitare tutto questo?. La domanda
è sintetica e chiara. La risposta, non potrebbe essere
diversamente, è invece molto articolata.
In
presenza di una normativa che non contingenta la nascita
di nuove realtà imprenditoriali, lunica soluzione
efficace (anche se presuppone limpegno dei comuni
ad effettuare controlli) è quella di individuare
i requisiti per le imprese funebri attraverso le normative
nazionali o regionali. Lombardia ed Emilia Romagna lo hanno
già fatto con proprie leggi e con propri regolamenti.
Lo Stato ha da anni in discussione disegni di legge che,
seppur non declinando in dettaglio i requisiti strutturali
delle imprese, iniziano a parlare della definizione dellattività
funebre, primo passo verso una qualificazione e un riconoscimento
della professione. Attualmente un disegno di legge presentato
al Senato (S504) prevede tali argomenti, ma le speranze
che possa proseguire il proprio iter dapprovazione
in tempi brevi sembrano davvero poche. La strada delle normative
regionali diviene quindi ancora più interessante
in quanto potrebbe consentire anche alla sua regione di
regolamentare compiutamente lattività funebre
e i soggetti in essa impiegati.
Rilevo
con piacere che quanto Feniof argomenta da anni nei diversi
tavoli istituzionali a livello regionale e centrale trova
conferma nelle premesse della sua lettera.
Mi
consenta però di esternarle un appunto rispetto a
quanto da lei esposto. Se i requisiti strutturali per le
imprese funebri dovessero ricondursi unicamente allaver
frequentato un corso di formazione ed alla disponibilità
di un minimo di parco macchine, nulla cambierebbe rispetto
ad oggi in quanto sarebbero requisiti facilmente ottenibili
da chiunque: basterebbe dotarsi di carri funebri di 20 anni
fa, dal costo residuale, per ottenere il requisito e poi
continuare a lavorare con i sistemi di prima.
Quando
lei parla di corsi professionali introduce un elemento fondamentale
del discorso: il personale. Una impresa funebre può
avere dieci carri funebri, una o più sedi, un magazzino,
una autorimessa, ma se non ha personale in numero sufficiente
per eseguire il servizio funebre (badi bene, non solo il
trasporto!), come può svolgere un funerale? Ben vengano
i corsi di formazione professionale, purché definiti
con serietà in termini di contenuti e di durata,
perché introducono automaticamente la necessità
di utilizzare uomini preparati ad eseguire le mansioni loro
richieste nellambito del funerale (non solo il trasporto,
ma anche la consegna della cassa, la vestizione, lincassamento).
Senza uomini come si può svolgere il servizio funebre?
Cominciamo a parlare anche di questo e non solo della necessità
di possedere (o di avere la disponibilità) di carri
funebri allultima moda.
La
crescita delle vostre aziende deve essere assicurata da
norme che le tutelino, a partire dalle autorizzazioni ad
esercitare lattività funebre.
Comprenderà
certamente il significato di tali argomentazioni.
Se
le normative regionali o nazionali iniziassero a prevedere
requisiti minimi strutturali e di personale per le imprese
che intendono esercitare lattività funebre,
certamente lavventuriero di turno, che sino ad oggi
ha potuto affacciarsi a questo settore senza investimenti
né costi di alcun tipo, prima di intraprendere una
attività dagli oneri certi e dagli esiti incerti
(a meno che non lo faccia con decisione, con volontà
e con serietà), difficilmente correrà i rischi
connessi a tale scelta. La qualificazione delle imprese
funebri e latteso riconoscimento da parte dellopinione
pubblica passa necessariamente da qui.
La
ringrazio per avermi consentito di ribadire la nostra posizione.
La
saluto con viva cordialità.