ARTE

 


Cofano F.A.C. e imbottitura G.F.M. per un opera di Maurizio Cattelan

A cura della Redazione

Maurizio Cattelan (nella foto dell’Agenzia Grazia Neri), nasce a Padova nel 1960 e inizia a lavorare a Milano, nell’arte cosiddetta concettuale, che prevede la realizzazione di opera decisamente eclatanti e tali da suscitare perplessità (non necessariamente positive) in chi le ammira.

Il debutto espositivo è nel 1991, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, dove presenta «Stadium 1991», un lunghissimo calcio balilla per undici giocatori per parte.

Ma le sue “provocazioni” erano già iniziate nel 1986 con l’opera «Untitled», una tela squarciata in tre pezzi (richiamo a Lucio Fontana), ma che realizza negli squarci la «Z» di Zorro, suo «marchio» d’autore.

In un’altra performance, a Milano, Cattelan utilizza il suo gallerista Massimo De Varlo, che attacca al muro utilizzando del nastro adesivo.

La sua opera più nota resta «La Nona Ora», scultura realizzata nel 1999 che raffigura Giovanni Paolo II fulminato a terra da un enorme meteorite e circondato da vetri infranti. La scultura fu venduta poi dalla casa d’aste Christiès per la cifra record di 886 mila dollari, all'epoca un milione di Euro.


La nona ora – anno 1999

L’artista, che ora vive a New York, non cessa con le sue provocazioni, come quando organizza e inaugura ai Caraibi la «sesta Biennale», fatto impossibile, in quanto non solo in tale località non è mai esistita una mostra biennale, ma anche perché si prevedevano unicamente due settimane di villeggiatura gratis per gli artisti invitati e nessuna opera esposta.

Anche alla Biennale di Venezia, Cattelan non ha mancato di sconvolgere gli astanti nel 1993, “sceneggiando” (non esiste altro termine per identificare l’opera) «Lavorare è un brutto mestiere», che aveva lo scopo di vendere a un'agenzia di pubblicità il suo spazio espositivo.

Altro colpo di genio (?) fu quello di regalare in occasione del giorno della laurea honoris causa conferitagli dalla facoltà di Sociologia dell'Università di Trento, un’asino imbalsamato col titolo «Un asino tra i dottori».



Bambini appesi

Questa la breve biografia dell’artista, il quale, nell’ottobre scorso ha esposto alla Scuola superiore di Belle Arti a Parigi, la statua in cera di John Fitzgerald Kennedy, regolarmente deposto nel cofano.

Una «provocazione» sul filo del macabro che ha subito suscitato polemiche: è la «salma», anche perché il corpo dell’assassinato Presidente degli Stati Uniti non fu mai mostrato in pubblico.



Due le ragioni per cui questa nuova opera trova spazio sull’Informatore:

la prima è che di Kennedy, della sua morte e del suo Funerale ne parlammo due anni fa in occasione del quarantennale della morte (1963) illustrandone i momenti più salienti delle esequie, e nel numero di settembre 2004, informando sulla fine della prima bara di Kennedy;

la seconda è che alla realizzazione dell’opera esposta a Parigi hanno di fatto “partecipato” due qualificate industri italiane del nostro settore, la fabbrica di cofani F.A.C. dei F.lli Resini di Lurano (BG) e quella di imbottiture della G.F.M. (Asti).