R.P.M. / Regionali

 


La Val d’Aosta emana la propria legge in materia di cremazione

A cura della Segreteria

Pubblichiamo il testo della recente legge regionale della Val d’Aosta n.37 del 23/12/2004 “Disposizioni in materia di destinazione delle ceneri da cremazione”.

Tale legge è stata pubblicata sul B.U.R. della Val d’Aosta n.1, pag.24 del 04/01/2005.

Vengono date disposizioni in materia di autorizzazione alla cremazione, destinazione ceneri (dispersione, conservazione, affidamento ai famigliari), manifestazioni di volontà, sanzioni in caso di violazione delle disposizioni di legge, nonché istruzioni circa le modalità di conservazione e di dispersione delle ceneri.

Segnaliamo altresì che i Comuni, con propri regolamenti comunali, saranno tenuti ad adeguarsi alle disposizioni della legge di cui sopra entro un anno dalla entrata in vigore della stessa.

LEGGE REGIONALE N.37 DEL 23 DICEMBRE 2004

Legge regionale 23 dicembre 2004, n. 37.
Disposizioni in materia di destinazione delle ceneri da
cremazione.

IL CONSIGLIO REGIONALE
ha approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE
promulga
la seguente legge:


Art. 1
(Oggetto)
1. La presente legge, nel rispetto della dignità, della libertà di scelta, delle convinzioni culturali e religiose di ogni individuo, disciplina la dispersione e la conservazione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti e dalla cremazione dei resti mortali e dei resti ossei, nell'ambito dei principi della legge 30 marzo 2001, n. 130 (Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri).


Art. 2
(Autorizzazione)
1. La dispersione e la conservazione delle ceneri sono autorizzate dall'ufficiale dello stato civile del Comune di decesso, sulla base della volontà del defunto.

Art. 3
(Destinazione delle ceneri)
1. Le ceneri derivanti da cremazione possono essere:
a) disperse, con le modalità di cui all'articolo 6;
b) conservate in un'urna sigillata, che deve essere alternativamente:
1) tumulata in cimitero;
2) interrata in cimitero;
3) oggetto di affidamento personale.

Art. 4

(Manifestazione della volontà)
1. La volontà del defunto per la dispersione o la conservazione delle proprie ceneri è manifestata tramite:
a) disposizione testamentaria, tranne nei casi in cui i familiari presentino una dichiarazione autografa del defunto contraria, fatta in data successiva a quella della disposizione testamentaria stessa;
b) dichiarazione autografa, resa ad associazioni riconosciute che abbiano tra i propri fini la cremazione dei cadaveri dei propri associati, nella quale risulti, oltre alla volontà di essere cremato, l'indicazione della destinazione delle proprie ceneri.
2. In mancanza di manifestazione di volontà del defunto, espressa nei modi di cui al comma 1, la volontà è manifestata dal coniuge o, in difetto, dal parente più prossimo, individuato ai sensi degli articoli 74, 75, 76 e 77 del codice civile e, in caso di concorrenza di più parenti dello stesso grado, dalla maggioranza assoluta di essi, manifestata all'ufficiale dello stato civile del Comune di decesso o di residenza. Nel caso in cui la volontà sia stata manifestata all'ufficiale dello stato civile del Comune di residenza, questi inoltra immediatamente il relativo processo verbale all'ufficiale dello stato civile del Comune di decesso.
3. Per i minori e per le persone interdette la volontà è manifestata dai legali rappresentanti.
4. In caso di mancata indicazione della destinazione delle ceneri da parte del defunto o dei soggetti di cui ai commi 2 e 3, le stesse sono conservate nel cinerario comune di cui all'articolo 80, comma 6, del decreto del
Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285
(Approvazione del regolamento di polizia mortuaria).


Art. 5
(Consegna e trasporto delle ceneri)
1. La consegna delle ceneri è effettuata ai soggetti individuati nella manifestazione di volontà del defunto. In mancanza di manifestazione di volontà, la consegna delle ceneri è effettuata ai soggetti di cui all'articolo 4, commi 2 e 3, o a persona delegata dai predetti soggetti.
2. La consegna delle ceneri è effettuata previa sottoscrizione, da parte dei soggetti di cui al comma 1, di un documento redatto in triplice copia, di cui una conservata presso l'impianto di cremazione, una presso il Comune nel cui territorio è avvenuto il decesso e una dal consegnatario delle ceneri. Tale documento costituisce documento di accompagnamento per il trasporto delle ceneri.
3. Il trasporto delle ceneri non è soggetto alle misure precauzionali previste per il trasporto delle salme, salva diversa indicazione dell'autorità sanitaria.

Art. 6
(Dispersione delle ceneri)
1. La dispersione delle ceneri è eseguita dai soggetti individuati nella manifestazione di volontà del defunto. In mancanza di manifestazione di volontà, la dispersione delle ceneri è eseguita dai soggetti di cui all'articolo 4, commi 2 e 3, o dal rappresentante legale delle associazioni di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), o da persona delegata dai predetti soggetti, o ancora, in difetto, da personale autorizzato dal Comune, che vi provvede limitatamente ai luoghi di cui al comma 2, lettere a) e b).
2. La dispersione delle ceneri è consentita, sulla base della
volontà del defunto, nei seguenti luoghi:
a) nel cinerario comune di cui all'articolo 80, comma 6,
del d.P.R. 285/1990;
b) in area verde a ciò appositamente destinata all'interno
dei cimiteri;
c) in natura, purché ad una distanza di oltre 200 metri da un qualunque insediamento abitativo;
d) nei laghi, nei torrenti e nei fiumi, nei tratti liberi da manufatti;
e) in aree private.
3. In caso di mancata manifestazione di volontà del defunto, o dei soggetti di cui all'articolo 4, commi 2 e 3, sul luogo di dispersione delle ceneri, le stesse sono disperse nel cinerario comune di cui all'articolo 80, comma 6, del d.P.R. 285/1990.
4. La dispersione è vietata nei centri abitati come definiti dall'articolo 3, comma 1, numero 8, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada).
5. La dispersione in aree private, purché ad una distanza di oltre 200 metri da un qualunque insediamento abitativo, deve avvenire all'aperto, con il consenso dei proprietari, e non può dare luogo ad attività aventi fini di lucro.

Art. 7
(Conservazione delle ceneri)
1. La conservazione delle ceneri nell'urna sigillata è effettuata dai soggetti individuati nella manifestazione di volontà del defunto. In mancanza di manifestazione di volontà, la conservazione delle ceneri è effettuata dai soggetti di cui all'articolo 4, commi 2 e 3.
2. I soggetti di cui al comma 1 possono disporre dell'urna, nel rispetto della volontà del defunto, con le modalità di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b).
3. L'urna sigillata è conservata in modo da consentire l'identificazione dei dati anagrafici del defunto.
4. In caso di affidamento personale, l'ufficiale dello stato civile annota in un apposito registro le generalità del soggetto affidatario e quelle del defunto medesimo. Se l'affidatario o i suoi eredi intendono, per qualsiasi motivo, rinunciare all'affidamento dell'urna contenente le ceneri, esse vengono conferite nel cinerario comune di cui all'articolo 80, comma 6, del d.P.R. 285/1990, previa autorizzazione dell'ufficiale dello stato civile.

Art. 8
(Destinazione delle ceneri derivanti dalla cremazione
dei resti mortali e dei resti ossei)
1. La destinazione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei resti mortali e dei resti ossei avviene con le modalità di cui all'articolo 3, e secondo la disciplina della presente legge, ed è rimessa alla volontà del coniuge o, in difetto, del parente più prossimo individuato ai sensi degli articoli 74, 75, 76 e 77 del codice civile e, in caso di concorrenza di più parenti dello stesso grado, della maggioranza assoluta di essi, manifestata all'ufficiale dello stato civile.
2. In caso di irreperibilità dei soggetti di cui al comma 1, le ceneri derivanti da cremazione dei resti mortali e dei resti ossei di salme interrate da almeno dieci anni e di salme tumulate da almeno venti anni sono conservate nel cinerario comune di cui all'articolo 80, comma 6, del d.P.R. 285/1990.

Art. 9
(Regolamenti comunali)
1. I Comuni adeguano i propri regolamenti di polizia
mortuaria alle disposizioni della presente legge entro un anno dalla data di entrata in vigore della stessa, avuto riguardo, in particolare, alle dimensioni delle urne, alle caratteristiche dei luoghi di conservazione da parte dei privati in modo da garantire la sicurezza da ogni forma di profanazione e ad ogni altra prescrizione di carattere igienico-sanitario.
2. La violazione delle disposizioni dei regolamenti di polizia mortuaria è soggetta alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 25 a euro 500.
3. Per l'applicazione delle sanzioni di cui al comma 2, si osservano le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale), da ultimo modificata dalla legge 12 giugno 2003, n. 134 (Modifiche al codice di procedura penale in materia di applicazione della pena su richiesta delle parti).

Art. 10
(Commemorazioni)
1. Affinché non sia perduto il senso comunitario della
morte, nel caso di affidamento personale o nel caso di
dispersione delle ceneri, i dati anagrafici del defunto
possono figurare su apposita targa, individuale o collettiva, all'interno del cimitero.
2. Anche al momento della dispersione delle ceneri possono avere luogo forme rituali di commemorazione.

Art. 11
(Informazione ai cittadini)
1. I Comuni promuovono l'informazione ai cittadini residenti nel proprio territorio sulle diverse pratiche funerarie, anche con riguardo agli aspetti economici.
Specifiche informazioni sono dedicate alla cremazione ed alla destinazione delle ceneri.

Art. 12
(Disposizione finale)
1. Le ceneri già collocate nei cimiteri al momento dell'entrata in vigore della presente legge possono essere disperse o conservate secondo le modalità disciplinate dalla presente legge.
La presente legge sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione.
È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Autonoma Valle Aosta.

Aosta, 23 dicembre 2004.
Il Presidente
PERRIN- Loi régionale n° 37 du 23 décembre 2004,
portant dispositions en matière de destination des
cendres de crémation.
LE CONSEIL RÉGIONAL
a approuvé ;
LE PRÉSIDENT DE LA RÉGION
promulgue
la loi dont la teneur suit :

Art. 1er
(Objet)
1. La présente loi, dans le respect de la dignité, de la liberté de choix ainsi que des convictions culturelles et religieuses de chaque individu, réglemente la dispersion et la conservation des cendres issues de la crémation des
défunts et de la crémation des restes mortels et des restes osseux, conformément aux principes de la loi n° 130 du 30 mars 2001 (Dispositions en matière de crémation et de dispersion des cendres).

Art. 2
(Autorisation)
1. La dispersion et la conservation des cendres sont autorisées par l'officier de l'état civil de la Commune sur le territoire de laquelle survient le décès, conformément à la volonté du défunt.

Art. 3
(Destination des cendres)
1. Les cendres issues de la crémation peuvent être :
a) Dispersées, suivant les modalités visées à l'art. 6 de
la présente loi ;
b) Conservées dans une urne scellée qui doit être :
1) Soit inhumée dans un cimetière ;
2) Soit enterrée dans un cimetière ;
3) Soit confiée à une personne.

Art. 4
(Manifestation de volonté)
1. La volonté du défunt au sujet de la dispersion ou de la
conservation de ses cendres est manifestée selon l'une des modalités suivantes :
a) Par testament, sauf volonté contraire du défunt manifestée dans une déclaration autographe de celui-ci
établie après le testament et présentée par la famille ;
b) Par une déclaration autographe fournie à une association agréée ayant parmi ses fins la crémation du corps de ses associés, et indiquant, en sus de la volonté de l'intéressé de se faire crématiser, la destination des cendres.
2. Si le défunt n'a pas manifesté sa volonté suivant les modalités visées au premier alinéa du présent article, la destination des cendres est décidée par le conjoint ou, à défaut, par le parent le plus proche au sens des art. 74, 75, 76 et 77 du code civil ou, s'il est plus d'un parent du même degré, à la majorité absolue de ceux-ci, par une déclaration à l'officier de l'état civil de la Commune de décès ou de résidence. Lorsque ladite déclaration est faite à l'officier de l'état civil de la Commune de résidence, celui-ci envoie immédiatement le procès-verbal y afférent à l'officier de l'état civil de la Commune de décès.
3. En cas de mineurs ou d'incapables, la décision est prise par leurs représentants légaux.
4. Lorsque ni le défunt, ni les sujets visés au deuxième et au troisième alinéa ci-dessus n'indiquent la destination des cendres, celles-ci sont conservées dans l'espace cinéraire,commun mentionné au sixième alinéa del'art. 80 du décret du président de la République n° 285 du 10 septembre 1990 (Approbation du règlement de police mortuaire).

Art. 5
(Remise et transport des cendres)
1. Les cendres sont remises aux sujets indiqués dans la manifestation de volonté du défunt ou, à défaut de celleci, aux sujets visés au deuxième et au troisième alinéa de l'art. 4 de la présente loi ou encore au délégué desdits sujets.
2. Les cendres sont remises aux sujets visés au premier alinéa du présent article contre signature d'une pièce en
trois exemplaires, dont le premier est conservé au crématorium, le deuxième aux bureaux de la Commune sur le territoire de laquelle le décès est survenu et le troisième par la personne à qui les cendres sont confiées.
Ladite pièce vaut document de transport des cendres.
3. Le transport des cendres n'est pas soumis aux mesures de précaution prévues pour le transport des corps, sauf indication contraire de l'autorité sanitaire.

Art. 6
(Dispersion des cendres)
1. Les cendres sont dispersées par les sujets indiqués dans la manifestation de volonté du défunt ou, à défaut de celle-ci, par les sujets visés au deuxième et au troisième alinéa de l'art. 4 de la présente loi, ou par le représentant légal des associations visées à la lettre b) du premier alinéa dudit art. 4, ou par le délégué des sujets susmentionnés ou encore, à défaut de ceux-ci, par les personnels de la Commune autorisés à cet effet. Dans ce dernier cas, les cendres peuvent uniquement être dispersées au sens des lettres a) et b) du deuxième alinéa du présent article.
2. Les cendres peuvent être dispersées, dans le respect de la volonté du défunt, comme suit :
a) Dans l'espace cinéraire commun visé au sixième alinéa de l'art. 80 du DPR n° 285/1990 ;
b) Dans le jardin spécialement destiné à cet effet au sein
des cimetières ;
c) Dans la nature, à condition que soit respectée une distance minimum de 200 mètres de toute agglomération;
d) Dans les parties de lac, de torrent et de rivière sans ouvrages ;
e) Dans un terrain privé.
3. À défaut de manifestation de volonté du défunt ou des
sujets visés au deuxième et au troisième alinéa de l'art. 4 de la présente loi quant au lieu de destination des cendres, celles-ci sont dispersées dans l'espace cinéraire commun visé au sixième alinéa de l'art. 80 du DPR n° 285/1990.
4. Il est interdit de disperser des cendres dans les agglomérations telles qu'elles sont définies au point 8 du premier alinéa de l'art. 3 du décret législatif n° 285 du 30 avril 1992 (Nouveau code de la route).
5. Les cendres peuvent être dispersées dans un terrain privé, avec le consentement des propriétaires de celui-ci, à condition qu'elles soient en plein air et que soit respectée une distance minimum de 200 mètres de toute agglomération.
Ce type de dispersion ne peut faire l'objet d'une activité à but lucratif.

Art. 7
(Conservation des cendres)
1. Les cendres recueillies dans une urne scellée peuvent
être conservées par les sujets indiqués dans la manifestation de volonté du défunt ou, à défaut de celle-ci, par les sujets visés au deuxième et au troisième alinéa de l'art. 4 de la présente loi.
2. Les sujets visés au premier alinéa du présent article peuvent disposer de l'urne, dans le respect de la volonté du défunt, suivant les modalités visées à la lettre b) du premier alinéa de l'art. 3 de la présente loi.
3. L'urne scellée est conservée de manière à permettre
l'identification du défunt.
4. En cas de remise des cendres à une personne, l'officier
de l'état civil prend note de l'identité de celle-ci et du défunt dans un registre spécial. Au cas où la personne qui conserve l'urne funéraire ou ses héritiers souhaiteraient, pour quelque raison que ce soit, renoncer à celle-ci, les cendres sont dispersées dans l'espace cinéraire commun visé au sixième alinéa de l'art. 80 du DPR n° 285/1990, sur autorisation préalable de l'officier de l'état civil.

Art. 8
(Destination des cendres issues de la crémation
des restes mortels et des restes osseux)
1. La destination des cendres issues de la crémation des
restes mortels et des restes osseux est décidée, aux
termes de la présente loi et notamment de son art. 3, par le conjoint du défunt ou, à défaut, par le parent le plus proche au sens des art. 74, 75, 76 et 77 du code civil ou, s'il est plus d'un parent du même degré, à la majorité absolue de ceux-ci, par une déclaration à l'officier de l'état civil.
2. Au cas où les sujets visés au premier alinéa du présent article ne pourraient être contactés, les cendres issues de la crémation des restes mortels et des restes osseux des corps enterrés depuis dix ans au moins ou inhumés depuis vingt ans au moins sont dispersées dans l'espace cinéraire commun visé au sixième alinéa de l'art. 80 du DPR n° 285/1990.

Art. 9
(Règlements communaux)
1. Les Communes harmonisent leur règlement de police
mortuaire avec les dispositions de la présente loi dans le
délai d'un an à compter de la date d'entrée en vigueur
de celle-ci, notamment pour ce qui est des dimensions
des urnes, des caractéristiques des lieux de conservation
des cendres par les particuliers - de manière à ce que
toute forme de profanation soit évitée - et de toute autre
prescription d'ordre hygiénique et sanitaire.
2. La violation des dispositions des règlements communaux de police mortuaire est punie d'une sanction administrative pécuniaire allant de 25 à 500 euros.
3. Aux fins de l'application de la sanction visée au deuxième alinéa ci-dessus, il y a lieu d'observer les dispositions de la loi n° 689 du 24 novembre 1981 (Modification du système pénal), telle qu'elle a été modifiée en dernier ressort par la loi n° 134 du 12 juin
2003 (Modification du code de procédure pénale en matière d'application de la peine à la demande des parties).

Art. 10
(Commémorations)
1. Afin de préserver la signification communautaire de la mort, l'identité du défunt dont les cendres sont dispersées ou conservées par un particulier peut être indiquée sur une plaque, individuelle ou collective, spécialement prévue à cet effet dans l'enceinte du cimetière.
2. Des rites de commémoration peuvent être célébrés même au moment de la dispersion des cendres.

Art. 11
(Information des citoyens)
1. Les Communes informent les résidants sur leur propre territoire des différentes pratiques funéraires, y compris des aspects économiques y afférents. Des renseignements spécifiques sont consacrés à la crémation et à la destination des cendres.

Art. 12
(Disposition finale)
1. Les cendres inhumées dans les cimetières à la date d'entrée en vigueur de la présente loi peuvent être dispersées ou conservées suivant les modalités visées aux présentes dispositions.
La présente loi est publiée au Bulletin officiel de la Région.
Quiconque est tenu de l'observer et de la faire observer comme loi de la Région autonome Vallée d'Aoste.

Fait à Aoste, le 23 décembre 2004.
Le président,
Carlo PERRIN